Studio Vannucchi & Associati

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Manageritalia: le novità 2023 per i Quadri

7 Settembre 2023 da Teleconsul Editore S.p.A.

Polizze assicurative e nuove forme di welfare integrativo pensate per i Quadri e le loro famiglie

Manageritalia ha comunicato le novità del 2023 per i Quadri che possono accedere a sempre maggiori vantaggi e a nuovi servizi con un valore di mercato superiore all’importo della quota associativa. La quota di iscrizione è di 60,00 euro per l’anno 2023. Tra le prestazioni alle quali possono accedere, si evidenziano: sviluppo e transazione professionale, welfare personale e familiare, opportunità professionali e di business, oltre a godere di momenti di aggregazione e networking, compresa anche la Long term care. La Ttc consiste in un piano di assicurazione per eventi imprevisti quali malattia e infortunio che danno vita ad un’autosufficienza. In tal senso, viene riconosciuto un supporto economico continuativo e a lungo termine dell’importo di 1.000 euro netti al mese per sempre, con assunzione di rischio senza questionario sanitario. La polizza copre tutti gli iscritti che sono in regola con il versamento della quota associativa con età assicurativa fino a 69 anni. La valutazione di non autosufficienza dipende dalla mancanza di autonomia nello svolgimento di almeno 4 attività su 6 di quelle elementari che riguardano il vivere quotidiano. Sono esclusi dalla copertura i portatori di invalidità e coloro i quali alla data di ingresso in copertura non sono in grado di svolgere 1 delle 6 attività quotidiane.

A quanto indicato sopra, si aggiungono anche:
– Tutela legale: il rimborso previsto riguarda le spese sostenute dall’intero nucleo familiare in caso di contenzioso con terze persone, fisiche e giuridiche, sia in ambito giudiziale e stragiudiziale;
– Programma di assistenza in viaggio: Europ Assistance Italia garantisce assistenza e consulenza, per tutto il nucleo familiare, in caso di emergenza sia in Italia che all’estero;
– Askmit: consulenza multidisciplinare online 48H su temi legali, fiscali e contrattuali;
– Formazione e carriera: con assistenza e consulenza ad hoc;
– Investimento: adesione alla polizza “Nuova Capitello”.

Non rientrano nella quota di iscrizione le offerte di Welfare integrativo, con servizi acquistabili individualmente che prevedono pacchetti concernenti: salute, previdenza e patrimonio.

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Correttivo riforma del lavoro sportivo: trattamento tributario 

6 Settembre 2023 da Teleconsul Editore S.p.A.

Il nuovo decreto legislativo correttivo della riforma del lavoro sportivo, intervenendo sull’articolo 36, comma 6, del D.Lgs. 28 febbraio 2021, n. 36, è intevenuto anche su alcuni aspetti relativi al trattamento tributario in materia (D.Lgs. 29 agosto 2023, n. 120).

Il D.Lgs. 29 agosto 2023, n. 120, è intervenuto con modifiche sui precedenti decreti legislativi 28 febbraio 2021, nn. 36, 37, 38, 39 e 40 attuativi della riforma dello sport (Legge delega n. 86/2019). Fra le altre modifiche intervenute, l’articolo 29 del decreto correttivo ha inciso sull’articolo 36 del D.Lgs. 28 febbraio 2021, n. 36, relativo al trattamento tributario in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché di lavoro sportivo.

 

Ai sensi del primo comma del suddetto articolo 36, l’indennità prevista al termine dell’attività sportiva per le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva è soggetta a tassazione separata, agli effetti dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Inoltre, per l’attività relativa alle operazioni di cessione dei contratti è previsto che le società sportive osservino le disposizioni del D.P.R. n. 633/1972, distintamente dalle altre attività esercitate, tenendo conto anche del rispettivo volume d’affari.

 

Per le società ed associazioni sportive dilettantistiche senza fini di lucro resta fermo il regime agevolativo che consiste nella decommercializzazione delle attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, verso pagamento di corrispettivi specifici effettuate nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attività e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un’unica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali.

 

Resta immutato anche il comma 4 dell’articolo 36, nel quale viene specificato che le somme versate a titolo di premio di addestramento e formazione tecnica sono equiparate alle operazioni esenti dall’IVA. Tale premio, qualora sia percepito da società e associazioni sportive dilettantistiche senza fini di lucro che abbiano optato per il regime di cui alla Legge n. 398/1991, non concorre alla determinazione del reddito di tali enti.

 

Da sottolineare è la nuova formulazione dell’ultimo periodo del comma 6 dell’articolo 36, sul quale ha inciso il decreto correttivo. Nello specifico la norma prevede che i compensi di lavoro sportivo nell’area del dilettantismo non costituiscono base imponibile ai fini fiscali fino all’importo complessivo annuo di euro 15.000,00 e, in ogni caso, tutti i singoli compensi per i collaboratori coordinati e continuativi nell’area del dilettantismo inferiori all’importo annuo di 85.000 euro non concorrono alla determinazione della base imponibile.

All’atto del pagamento, dunque, è dovere del lavoratore sportivo rilasciare l’autocertificazione attestante l’ammontare dei compensi percepiti per le prestazioni sportive dilettantistiche rese nell’anno solare.

 

Con l’obiettivo di sostenere il graduale inserimento degli atleti e delle atlete di età inferiore a 23 anni nell’ambito del settore professionistico, le retribuzioni agli stessi riconosciute, al fine del calcolo delle imposte dirette, non costituiscono reddito per il percipiente fino all’importo annuo massimo di euro 15.000,00. In caso di superamento di detto limite, il predetto importo non contribuisce al calcolo della base imponibile e delle detrazioni da lavoro dipendente.

Tali disposizioni si applicano, per quanto riguarda gli sport di squadra, alle società sportive professionistiche il cui fatturato nella stagione sportiva precedente non sia stato superiore a 5 milioni di euro.

 

Infine, l’articolo 36, comma 6-quater, inquadra le somme versate a propri tesserati, in qualità di atleti e tecnici che operano nell’area del dilettantismo, a titolo di premio per i risultati ottenuti nelle competizioni sportive, anche a titolo di partecipazione a raduni, quali componenti delle squadre nazionali di disciplina nelle manifestazioni nazionali o internazionali, da parte di CONI, CIP, Federazioni sportive nazionali, Discipline sportive associate, Enti di promozione sportiva, Associazioni e società sportive dilettantistiche, come premi soggetti alla ritenuta alla fonte a titolo di imposta in misura pari al 20%.

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Ebret: ampliate le prestazioni a favore degli iscritti

6 Settembre 2023 da Teleconsul Editore S.p.A.

A partire dal 1°settembre ampliate le prestazioni a favore degli iscritti: sostegno al ricambio generazionale in azienda, sicurezza nelle aziende, contributo per le spese di trasporto nel tragitto casa/scuola 

L’Ebret, l’Ente Bilaterale dell’Artigianato Toscano, ha previsto con il nuovo regolamento, per l’anno 2023/2024 nuovi interventi a sostegno di aziende e lavoratori.
Tra le novità:
– innovazione aziendale: previsto un contributo del 15% dei costi sostenuti dall’azienda fino ad un massimo di 3.000 euro in caso di innovazione tecnologica, digitalizzazione ed informatizzazione dei processi produttivi delle imprese e commercio elettronico, acquisto di consulenze e/o asseverazioni relative al piano nazionale “Industria 4.0”.La domanda deve essere presentata entro il 28 febbraio 2024;
– ripristino del ciclo produttivo a seguito di calamità naturali: previsto un contributo del 30% dei costi sostenuti dall’azienda fino ad un massimo di 5.200 euro in caso di sospensione totale o parziale del proprio ciclo lavorativo a causa di calamità naturali.La domanda deve essere presentata entro 90 giorni rispetto al giorno in cui si è verificato l’evento;
– certificazione di qualità: previsto per le aziende che devono ottenere nel corso del 2023 certificazioni UNI/EN/ISO ed ISO 45001 il rimborso spese di consulenza fino ad un massimo di 1.500 euro, il rimborso delle spese di certificazione fino ad un massimo di 1.300 euro, il supporto gratuito CPRA nel caso delle Certificazioni ISO 45001.La domanda deve essere presentata entro il 31 maggio 2024;
– contributo per maternità delle imprenditrici: previsto un contributo di 1.800 euro in favore delle titolari di impresa o loro assimilate, per una nascita o un’adozione avvenuta nel corso del 2023.La domanda deve essere presentata entro il 31 maggio 2024;
– sostegno al ricambio generazionale: previsto un contributo del 30% fino ad un massimo di euro 4.000  euro per titolari di aziende che intendono cessare e di soggetti che intendono subentrare attraverso ricambio generazionale (cessione di azienda o di ramo di azienda, cessione di quote purché di maggioranza, donazione e conferimento di azienda). I cessionari devono avere un’età inferiore ai 40 anni. Il contributo è pari al 60% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 5.000 euro per: consulenze, attività di affiancamento e tutoraggio, perizie giurate sui valori aziendali, costi di pratiche amministrative e spese notarili. La domanda deve essere presentata entro il 31 marzo 2024;
– contributo per abbonamento tragitto casa/scuola: previsto un contributo fino a 200 euro a favore dei figli dei titolari e dei figli dei dipendenti che utilizzino i mezzi pubblici con abbonamento per gli spostamenti casa/scuola (solo scuole secondarie o superiori). La domanda può essere presentata per ISEE del richiedente. E’ ammessa una sola domanda per annualità e solo per titoli di viaggio validi nel corso del 2023. La domanda deve essere presentata entro il 30 aprile 2024;
– contributo per abbonamento casa/lavoro: previsto un contributo fino a 200 euro a favore dei dipendenti di aziende iscritte che utilizzino i mezzi pubblici con abbonamento per gli spostamenti casa/lavoro. La domanda può essere presentate per ISEE del richiedente. E’ ammessa una sola domanda per annualità e solo per titoli di viaggio validi nel corso del 2023. La domanda deve essere presentata entro il 30 aprile 2024.
Si specifica che le richieste di prestazione può essere presentata tramite il sito a partire dal 1°settembre 2023.

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Atleti paralimpici e donne nella riforma dello sport

6 Settembre 2023 da Teleconsul Editore S.p.A.

Il nuovo decreto legislativo correttivo della riforma dello sport contiene, tra l’altro, disposizioni sul lavoro degli atleti di club paralimpici e a sostegno delle donne (D.Lgs. n. 120/2023).

Il D.Lgs. n. 120/2023, in vigore dal 5 settembre 2023, è intervenuto con modifiche significative soprattutto sul D.Lgs. n. 36/2021, mostrando particolare attenzione – già nelle definizioni contenute nell’articolo 2 del predetto decreto – allo sport paralimpico.

 

Infatti, è definita associazione o società sportiva dilettantistica il soggetto giuridico affiliato ad una Federazione Sportiva Nazionale, ad una Disciplina Sportiva Associata o ad un Ente di Promozione Sportiva anche paralimpico, e comunque iscritto nel Registro nazionale delle attivita’ sportive dilettantistiche di cui al D.Lgs. n. 39/2021 che svolge, senza scopo di lucro, attività sportiva, nonché la formazione, la didattica, la preparazione e l’assistenza all’attività sportiva dilettantistica. Viene definito anche il Comitato Italiano Paralimpico (CIP) come l’ente pubblico, riconosciuto dal Comitato Paralimpico Internazionale che, in conformità ai principi dell’ordinamento sportivo paralimpico internazionale, è autorità di disciplina, regolazione e gestione delle attività sportive paralimpiche afferenti tutte le tipologie di disabilità.

 

In merito, si segnala dunque l’introduzione del nuovo articolo 28 bis recante “Disposizioni relative al rapporto di lavoro con gli atleti di club paralimpici”, prevedendosi che, a decorrere dal 1° gennaio 2024, agli atleti aventi lo status di lavoratori dipendenti del settore pubblico o del settore privato che rientrino nella categoria del più alto livello tecnico – agonistico, così come definito dal CIP, riferito alle discipline sportive e alle specialità inserite nel programma ufficiale dei Giochi Paralimpici e dei Giochi olimpici silenziosi (deaflympics), che svolgano attività di preparazione finalizzata alla partecipazione ad eventi sportivi, nonché che partecipino a raduni della squadra nazionale e ad eventi sportivi internazionali, quali i campionati europei, le gare di coppa del mondo, i campionati mondiali, le paralimpiadi, i deaflympics, previa convocazione ufficiale da parte della Federazione Sportiva di appartenenza, è garantito il mantenimento del posto di lavoro e del trattamento economico e previdenziale da parte del datore di lavoro.

 

Pertanto, seguito di apposita comunicazione di attivazione del CIP, il datore di lavoro deve autorizzare la fruizione delle giornate nei limiti di 90 giorni l’anno e di massimo 30 giorni continuativi.

 

Per i datori di lavoro degli atleti paralimpici è previsto, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, il rimborso dell’equivalente del trattamento economico e previdenziale versato ai lavoratori.

Le istanze volte ad ottenere il rimborso degli emolumenti versati ai propri dipendenti devono essere presentate dai datori di lavoro al CIP che ha reso la comunicazione di attivazione che, effettuate le necessarie verifiche istruttorie, provvede al rimborso.

 

Le richieste di rimborso da parte dei datori di lavoro devono pervenire entro l’anno successivo alla effettiva fruizione dei permessi per l’attività di preparazione, o entro l’anno successivo alla conclusione dell’evento sportivo al quale l’atleta ha preso parte e sono presentate mediante esibizione dei prospetti di paga attestanti le somme effettivamente corrisposte.

 

I rimborsi sono ammissibili e soddisfatti fino a un massimo complessivo di un milione di euro annui a decorrere dall’anno 2024 a valere sulle dotazioni economiche del CIP, che ne determina le modalità e gli eventuali limiti di erogazione. 

 

Le disposizioni dell’articolo 28 bis non si applicano agli atleti paralimpici in servizio presso i Gruppi sportivi militari e i Gruppi sportivi dei Corpi civili dello Stato, limitatamente all’attività sportiva istituzionale.

 

Riguardo alle disposizioni a sostegno delle donne nello sport, si ricorda che, ai sensi dell’articolo 39 del D.Lgs. n. 36/2021, è istituito il Fondo per il professionismo negli sport femminili. 

Le Federazioni Sportive Nazionali che hanno deliberato il passaggio al professionismo sportivo di campionati femminili possono presentare la domanda di accesso al Fondo qualora l’utilizzo dei finanziamenti richiesti sia finalizzato, tra l’altro, alla riorganizzazione e al miglioramento delle infrastrutture sportive, alla promozione dello sport femminile, all’allargamento delle tutele assicurative e assistenziali delle atlete.

 

Alla parità di genere è dedicato l’articolo 40, secondo il quale le Regioni, le Province autonome di Trento e di Bolzano, il CONI e il CIP, negli ambiti di rispettiva competenza, promuovono la parità di genere a tutti i livelli e in ogni struttura, favorendo l’inserimento delle donne nei ruoli di gestione e di responsabilità delle organizzazioni sportive e anche al proprio interno.

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CCNL Chimica – Piccola Industria: verso la mobilitazione di settore

6 Settembre 2023 da Teleconsul Editore S.p.A.

Programmata nei prossimi giorni una campagna assembleare nei luoghi di lavoro per condividere con i lavoratori del settore l’attuale situazione di stallo della trattativa per il rinnovo del contratto

A seguito del comunicato unitario dello scorso 12 luglio in cui Filctem, Femca, Uiltec insieme a tutta la delegazione trattante per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro di settore dichiaravano irricevibile e provocatoria la proposta dell’associazione datoriale, nei primi giorni del mese di agosto, le OO.SS. sono state nuovamente contattate. 
Unionchimica Confapi, come affermano i sindacati in una nota ai lavoratori, ha comunicato che la proposta economica sarebbe passata da 120,00 euro ad un totale di 140,00 euro, con una prima tranche di 100,00 euro dal 1° settembre 2023 ed una seconda di 40,00 euro dal 1° giugno 2024, con la disponibilità a gestire la rivalutazione delle tabelle del premio per obiettivi.
Le organizzazioni sindacali e la delegazione trattante, non avendo riscontrato significativi passi in avanti nella trattativa per il rinnovo del contratto, sia per ciò che riguarda la parte economica che quella normativa, e ritenendo la nuova proposta insufficiente, procederanno, nei prossimi giorni, con la programmazione della campagna assembleare nei luoghi di lavoro per descrivere la situazione e condividere con tutte le lavoratrici e i lavoratori dei settori interessati al rinnovo del contratto i percorsi da intraprendere, visto l’attuale situazione di stallo.
Le OO.SS. e la Delegazione Trattante hanno inoltre già condiviso nella riunione unitaria svoltasi nella giornata del 4 settembre 2023, che nel caso in cui le controparti non avanzino una nuova proposta che tenga in considerazione la tutela del potere d’acquisto delle retribuzioni, valorizzando anche gli aspetti normativi, durante la campagna assembleare procederanno con la richiesta alle lavoratrici ed ai lavoratori di un mandato per la definizione di un pacchetto di ore di sciopero, insieme ad altre eventuali forme di mobilitazione.

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Finanziamenti alle imprese per il sostegno dei programmi di investimento nella tutela ambientale

5 Settembre 2023 da Teleconsul Editore S.p.A.

Il Ministero delle imprese e del made in Italy, con l’obiettivo di sostenere i programmi di investimento delle imprese nella tutela ambientale, ha stanziato 300 milioni di euro a valere sul “Fondo per il sostegno alla transizione industriale” (Ministero delle imprese e del made in Italy, comunicato 5 Settembre 2023).

Il Fondo per il sostegno alla transizione industriale, istituito dall’articolo 1, commi 478 e 479, della Legge n. 234/2021, è volto favorire l’adeguamento del sistema produttivo italiano alle politiche UE sulla lotta ai cambiamenti climatici.

Le agevolazioni sono concesse a imprese di qualsiasi dimensione del territorio nazionale, in particolare quelle che operano nei settori estrattivo e manifatturiero, nella forma del contributo a fondo perduto, per programmi di investimento che perseguono:

  • l’efficientamento energetico;

  • il cambiamento fondamentale del processo produttivo;

  • l’installazione di impianti da autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, idrogeno e impianti di cogenerazione ad alto rendimento;

  • la riduzione dell’utilizzo delle risorse tramite il riuso, il riciclo o il recupero di materie prime e/o l’uso di materie prime riciclate.

Le imprese, alla data di presentazione della domanda, devono:

– essere regolarmente costituite, iscritte e attive nel registro delle imprese;
– operare in via prevalente nei settori estrattivo e manifatturiero, di cui alle sezioni B e C della classificazione delle attività economiche ATECO 2007;
– essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria e non essere sottoposte a procedure concorsuali;
– non essere già in difficoltà al 31 dicembre 2019;
– non rientrare tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea;
– aver restituito somme dovute a seguito di provvedimenti di revoca di agevolazioni concesse dal Ministero;
– essere in regola con le disposizioni vigenti in materia obblighi contributivi;
– non trovarsi in una delle situazioni di esclusione previste dall’articolo 5, comma 2, del D.M. 21 ottobre 2022.

 

Il 50% delle risorse annualmente destinate al Fondo è riservata alle imprese energivore.

Riguardo alle modalità e termini per la presentazione delle domande di agevolazione, il MIMIT ha chiarito che le imprese possono presentare una singola domanda per unità produttiva, indipendentemente dalla pluralità di obiettivi ambientali perseguiti dal programma di investimento, in via telematica accedendo alla piattaforma predisposta da Invitalia, nell’apposita sezione “Fondo per il sostegno alla transizione industriale”, a partire dal 10 ottobre e fino al 12 dicembre 2023.

 

I programmi devono prevedere spese complessive ammissibili di importo compreso tra 3 e 20 milioni di euro.

Le domande saranno avviate alla fase di valutazione istruttoria secondo l’ordine stabilito in graduatoria, sulla base di punteggi attribuiti ai singoli programmi di investimento e, a parità di punteggio, prevarrà la domanda di agevolazione il cui contributo agevolativo risulterà più contenuto. 

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CIPL Edilizia – Industria Piacenza: definito l’EVR per il 2023

5 Settembre 2023 da Teleconsul Editore S.p.A.

Verificati i presupposti, le Parti hanno stabilito l’EVR nella misura del 4% dei minimi in vigore 

Il 26 giugno 2023 si sono incontrate Ance Piacenza e Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Feneal-Uil per procedere all’esame degli indicatori volti a stabilire l’erogazione dell’EVR per l’anno 2023. 
Una volta verificati gli indicatori, le Parti hanno stabilito la sussistenza dei presupposti, determinando la percentuale nel 4% dei minimi tabellari previsti.

Livello Minimo 4%100% EVR 65% EVR
71.630,71 euro65,23 euro782,74 euro 508,78 euro
61.467,63 euro58,71 euro704,46 euro 457,90 euro
51.223,02 euro48,92 euro587,05 euro 381,58 euro 
41.141,51 euro45,66 euro 547,92 euro 356,15 euro 
31.059,96 euro 42,40 euro 508,78 euro 330,71 euro 
2953,97 euro38,16 euro 457,91 euro 297,64 euro 
1815,36 euro32,61 euro 391,37 euro 254,39 euro 

Le aziende devono verificare, triennio su triennio, l’andamento dei seguenti indicatori aziendali:
–  numero ore denunciate In cassa edile,
– volume d’affari IVA.
Qualora gli indicatori risultino pari o positivi, I’azienda provvede ad erogare EVR nella misura stabilita a livello provinciale (100%).
Laddove entrambi i parametri aziendali dovessero risultare negativi, I’EVR non viene erogato.
Qualora un solo indicatore aziendale risulti pari o positivo, l’azienda deve erogare l’EVR nella percentuale del 65%.
L’EVR viene erogato, con la retribuzione del mese di giugno per le quote riferite al periodo gennaio/giugno, mentre per il restante in quote mensili fino a dicembre 2023.
I lavoratori beneficiari sono coloro risultanti in forza nel mese di gennaio 2023, l’importo viene riproporzionato per i mesi di servizio prestati.
La frazione di mese superiore a 15 giorni viene considerata come mese intero. 

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Lavoro sportivo: in Gazzetta il nuovo decreto correttivo

5 Settembre 2023 da Teleconsul Editore S.p.A.

Pubblicato sulla G.U. del 4 settembre 2023 il nuovo decreto legislativo correttivo della riforma del lavoro sportivo con l’obiettivo di creare un ambiente sportivo più equo, sostenibile e inclusivo per tutti i cittadini italiani (D.Lgs. 29 agosto 2023, n. 120).

Il nuovo decreto legislativo in tema di enti e lavoratori sportivi interviene con modifiche sui precedenti decreti legislativi 28 febbraio 2021, nn. 36, 37, 38, 39 e 40 attuativi della riforma dello sport (Legge delega n. 86/2019).

 

La riforma, che riconosce diritti e dignità al lavoro sportivo e consente ai datori di lavoro di vedere semplificati gli adempimenti, è costruita sui tre pilastri delle tutele, della semplificazione e della trasparenza.

 

Diverse sono le modifiche introdotte, tra cui l’inserimento in più punti anche di riferimenti allo sport paralimpico.

 

Il nuovo articolo 25 del D.Lgs. n. 36/2021 stabilisce che è lavoratore sportivo l’atleta, l’allenatore, l’istruttore, il direttore tecnico, il direttore sportivo, il preparatore atletico e il direttore di gara che, senza alcuna distinzione di genere e indipendentemente dal settore professionistico o dilettantistico, esercita l’attività sportiva verso un corrispettivo a favore di un soggetto dell’ordinamento sportivo iscritto nel Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche, nonché a favore delle Federazioni sportive nazionali, delle Discipline sportive associate, degli Enti di promozione sportiva, delle associazioni benemerite, anche paralimpici, del CONI, del CIP e di Sport e salute S.p.a. o di altro soggetto tesserato. E’ lavoratore sportivo anche ogni altro tesserato che svolge verso un corrispettivo a favore dei soggetti di cui sopra le mansioni rientranti, sulla base dei regolamenti tecnici della singola disciplina sportiva, tra quelle necessarie per lo svolgimento di attività sportiva, con esclusione delle mansioni di carattere amministrativo-gestionale.

 

Non sono considerati, invece, lavoratori sportivi coloro che forniscono prestazioni nell’ambito di una professione la cui abilitazione professionale è rilasciata al di fuori dell’ordinamento sportivo e per il cui esercizio devono essere iscritti in appositi albi o elenchi tenuti dai rispettivi ordini professionali.

 

Ricorrendone i presupposti, le Associazioni e Società sportive dilettantistiche, le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate, le associazioni benemerite e gli Enti di Promozione Sportiva, anche paralimpici, il CONI, il CIP e la società Sport e salute S.p.a. possono avvalersi di prestatori di lavoro occasionale, secondo la normativa vigente.

 

Il comma 6 del medesimo articolo 25 è stato interamente sostituito ed è dedicato ai lavoratori dipendenti delle amministrazioni pubbliche che  possono prestare la propria attività nell’ambito delle società e associazioni sportive dilettantistiche in qualità di volontari fuori dall’orario di lavoro, fatti salvi gli obblighi di servizio, previa comunicazione all’amministrazione di appartenenza.

 

Qualora l’attività svolta rientri nell’ambito del lavoro sportivo e preveda il versamento di un corrispettivo, è necessario ricevere l’autorizzazione dell’amministrazione di appartenenza che la rilascia o la rigetta entro 30 giorni dalla ricezione della richiesta e, decorso invano tale termine, si applica il principio del silenzio assenso e l’autorizzazione è da ritenersi in ogni caso accordata.

 

È riconosciuto il solo rimborso delle spese documentate relative al vitto, all’alloggio, al viaggio e al trasporto sostenute in occasione di prestazioni effettuate fuori dal territorio comunale di residenza del percipiente e tali rimborsi non concorrono a formarne il reddito. Inoltre, i soggetti che prestano la loro attività in qualità di volontari o di lavoratori sportivi, possono ricevere i premi erogati dal CONI, dal CIP e dagli altri soggetti ai quali forniscono proprie prestazioni sportive.

 

Per quanto riguarda i direttori di gara, agli stessi possono essere riconosciuti rimborsi forfettari per le spese sostenute per attività svolte anche nel proprio Comune di residenza, nei limiti dell’articolo 29, comma 2, in occasione di manifestazioni sportive riconosciute dalle Federazioni sportive nazionali, dalle Discipline sportive associate, dagli Enti di promozione sportiva, anche paralimpici, dal CONI, dal CIP e dalla società Sport e salute S.p.a.. Alle prestazioni dei direttori di gara che operano nell’area del professionismo non si applica il regime previsto per le prestazioni sportive di cui all’articolo 36, comma 6.

 

Nell’area del dilettantismo, il lavoro sportivo si presume oggetto di contratto di lavoro autonomo, nella forma della collaborazione coordinata e continuativa, quando ricorrono i requisiti previsti dall’articolo 28, comma 2 del D.Lgs. n. 36/2021: il nuovo decreto ha elevato la durata delle prestazioni oggetto del contratto che, pur avendo carattere continuativo, non deve superare le 24 ore settimanali, escluso il tempo dedicato alla partecipazione a manifestazioni sportive (in luogo delle precedenti 18 ore settimanali).

 

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CCNL Anas: nuove retribuzioni in arrivo

5 Settembre 2023 da Teleconsul Editore S.p.A.

Nuovi minimi per il personale della Società

Il CCNL Anas siglato in data 14 dicembre 2022, tra Anas e Filt-Cgil, Fit-Cisl, Ulpa Anas, Ugl Viabilità e logistica, Sada Fast Confsal, Snala Cisal, con decorrenza dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2024, ed applicato al personale dipendente del Gruppo Anas, definisce all’art. 98 “Minimi tabellari” i minimi retributivi in vigore da questo mese, come riportato nella tabella sottostante.

LivelloMinimi
A3.026,88
A12.522,41
B2.144,08
B11.954,84
B21.765,62
C1.450,35
C11.261,25

 

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Fusione per incorporazione: società incorporante legittimata a recuperare il credito IVA rigenerato

4 Settembre 2023 da Teleconsul Editore S.p.A.

L’operazione di fusione integra sia sul piano civilistico che fiscale una successione a titolo universale dell’incorporante nel complesso delle posizioni giuridiche attive e passive della società incorporata. La società controllata è, dunque, legittimata a recuperare il credito IVA una volta ”rigenerato” (Agenzia delle entrate, risposta 30 agosto 2023, n. 423).

L’Agenzia delle entrate ha fornito chiarimenti in relazione a una fattispecie nella quale una società, fondendosi per incorporazione ad un’altra, a causa della mancata compilazione del quadro VX della dichiarazione annuale IVA relativo all’attestazione della sussistenza dei requisiti per l’esonero dalla fideiussione, ha ricevuto due atti dall’Agenzia delle entrate per il recupero del credito trasferito dalla controllata alla controllante e, da quest’ultima utilizzato in compensazione nell’ambito della liquidazione dell’IVA di gruppo.

Valutando l’ipotesi di definizione agevolata, a condizione che sia ammesso il successivo recupero dei crediti rigenerati per effetto del pagamento delle adesioni, la società controllata ha chiesto chiarimenti all’Agenzia riguardo all’ammontare dell’IVA recuperabile, al soggetto al quale competono gli adempimenti relativi alla definizione e al recupero del credito e alla modalità di utilizzo del suddetto credito riversato.

 

Riguardo alla definizione in via agevolata delle controversie tributarie aventi ad oggetto atti di recupero crediti d’imposta indebitamente utilizzati, l’Agenzia ha richiamato quanto già chiarito con la circolare del 27 gennaio 2023,  n. 2/E, nella quale viene specificato che il comma 186 della Legge di bilancio 2023 non contiene specificazioni circa la tipologia degli atti oggetto delle controversie definibili e, quindi, possono essere definite non soltanto le controversie instaurate avverso atti di natura impositiva, quali gli avvisi di accertamento e atti di irrogazione delle sanzioni, ma anche quelle inerenti atti meramente riscossivi.

 

Pertanto, gli atti di recupero dei crediti d’imposta indebitamente utilizzati rientrano nel novero degli atti impositivi e le relative controversie possono formare oggetto di definizione agevolata. Parimenti, sono ad oggi definibili le controversie relative agli avvisi di pagamento, gli avvisi di accertamento, gli avvisi di rettifica, gli avvisi di liquidazione e gli altri atti di competenza dell’Agenzia delle entrate a carattere impositivo (tra i quali gli atti di recupero crediti esistenti), purché a monte non esista già un accertamento definitivo.

 

Nel caso di specie, trattasi di procedimenti pendenti, non ancora decisi, riguardo ai quali l’Agenzia conferma la possibilità di definizione applicando, in relazione allo stato e al grado in cui pende la controversia stessa, le percentuali di riduzione stabilite dai commi da 186 a 191 della Legge di bilancio 2023.

Le modalità di attuazione della misura deflattiva da applicare sono quelle rese note con provvedimento direttoriale n. 30294/2023, dal quale si evince che la definizione agevolata delle liti pendenti si perfeziona con la presentazione della domanda e con il pagamento dell’importo netto dovuto o della prima rata entro il termine e con le modalità indicate. Tuttavia, il suddetto perfezionamento resta condizionato all’esito del controllo eseguito dall’ufficio, e potrebbe venir meno in caso di diniego della definizione agevolata.

 

L’Agenzia ha ritenuto opportuno precisare che, laddove l’istante intenda ”rigenerare” il credito IVA, da recuperare successivamente in detrazione nella prima liquidazione periodica o nella dichiarazione annuale, dovrà procedere al pagamento dell’imposta indicata negli atti sopra indicati e rinunciare alla controversia con riferimento all’imposta medesima.

 

Infine l’Agenzia ha chiarito che, ai sensi dell’articolo 2504 bis del codice civile, la società che risulta dalla fusione o quella incorporante assumono i diritti e gli obblighi delle società partecipanti alla fusione, proseguendo in tutti i loro rapporti, anche processuali, anteriori alla fusione.

Pertanto, nel caso di specie, l’operazione di fusione ha integrato, sia sul piano civilistico che fiscale, una successione a titolo universale dell’incorporante nel complesso delle posizioni giuridiche attive e passive della società incorporata e di conseguenza l’incorporante è legittimato a recuperare il credito IVA una volta aver proceduto alla ”rigenerazione”.

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